Nella nona edizione dell’Allianz Risk Barometer 2020, la ricerca globale condotta annualmente da Allianz Global Corporate & Specialty, e che comprende le opinioni di ben 2.700 esperti provenienti da oltre 100 paesi (tra cui ceo, risk manager, broker ed esperti assicurativi), i rischi informatici rappresentano il rischio aziendale maggiormente percepito a livello globale (39% delle risposte), facendo passare al secondo posto l’interruzione del business (37% delle risposte).
Oltre a costituire il primo rischio a livello globale, quello degli incidenti informatici è tra i primi 3 rischi in molti dei paesi esaminati (in Austria, Belgio, Francia, India, Sudafrica, Corea del Sud, Spagna, Svezia, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti). Le aziende si trovano ad affrontare rischi di violazioni di dati sempre più grandi e costose, un aumento del ransomware e degli incidenti di spoofing, così come la prospettiva di sanzioni pecuniarie o controversie legali in materia di privacy.
“Gli incidenti informatici – ha commentato Marek Stanislawski, deputy global head of cyber di Agcs – stanno diventando sempre più significativi e le grandi aziende sono colpite da attacchi sempre più sofisticati e da ingenti richieste di estorsione. Cinque anni fa, una tipica richiesta di riscatto sarebbe stata di decine di migliaia di dollari, mentre ora può superare il milione di dollari”.
Dopo sette anni al top della classifica, l’interruzione di attività scende al secondo posto nell’Allianz Risk Barometer. Al tempo stesso, tuttavia, continua a crescere la tendenza a subire perdite più significative da business interruption. Le cause sono molteplici e vanno da incendi, esplosioni o catastrofi naturali a incidenti che riguardano le supply chain digitali o addirittura al terrorismo.
“Le supply chain e le piattaforme digitali – afferma Raymond Hogendoorn, global head of property and engineering claims di Agcs – consentono oggi la piena trasparenza e la tracciabilità delle merci, ma un incendio in un data center, un guasto tecnico o l’attacco di un hacker potrebbero portare a grandi perdite per aziende che si affidano allo stesso sistema e che non possono tornare a processi manuali”.
I cambiamenti nella legislazione e nella regolamentazione sono al 3° posto nel Allianz Risk Barometer, rispetto al 4° posto del 2019: tariffe, sanzioni, Brexit e protezionismo tra le preoccupazioni principali. Solo nel 2019 sono state istituite, inoltre, circa 1.300 nuove barriere commerciali, con la controversia commerciale Usa-Cina che ha portato il dazio medio statunitense a livelli vicini a quelli degli anni Settanta.
Il cambiamento climatico occupa la 7° posizione, la più alta mai raggiunta nell’Allianz Risk Barometer. È, inoltre, tra i primi tre rischi percepiti nella regione Asia-Pacifico secondo gli intervistati in Australia, Hong Kong, India e Indonesia. L’aumento delle perdite è il rischio che le aziende temono maggiormente (49% delle risposte).
In Italia, in particolare, i rischi maggiormente percepiti dalle aziende sono l’interruzione di attività (51%), i rischi informatici (49%, in crescita rispetto al 38% del 2019) e il danno reputazionale o d’immagine (29%), che nell’ultimo anno ha scalato ben due posizioni superando le catastrofi naturali (quarte con il 20%).