I consumatori oggi si aspettano che le aziende e i brand siano sempre più digital oriented: secondo la ricerca “The State of the Connected Customer 2020” di Salesforce, quasi 9 italiani su 10 (89%) ritengono che le aziende debbano accelerare sul digitale, mentre quasi 7 italiani su 10 (68%) chiedono ai brand di potenziare le proprie capacità digitali e di trasformarsi più velocemente, con oltre la metà (54%) che chiede un potenziamento delle metodologie d’ingaggio utilizzate dai brand.
Ed è sull’ingaggio mediante digital signage che punta M-Cube, società italiana specializzata nella digitalizzazione dei punti vendita, che oggi propone la Digital Window come strumento di engagement rivolto ai brand per comunicare con i clienti attraverso le vetrine.
La Digital Window si declina in artwall, (monitor scomposti) e ledwall, a tutto schermo o trasparenti, che supportano i brand nel risolvere la staticità espositiva rendendo le vetrine connesse e comunicanti: rispetto all’uso di manichini o di una selezione coordinata di prodotti, il videostorytelling trasmesso dai led moltiplica la value proposition dell’offerta, rendendo i messaggi più appealing e permettendo di intercettare il traffico dei passanti con un richiamo oggettivo che, lavorando su più tipologie di contenuto, contribuisce a massimizzare i flussi in negozio.
“L’emergenza Covid-19 – ha dichiarato Leonardo Comelli, chief marketing officer di M-Cube – ha indotto una trasformazione culturale profonda dei consumatori e del loro modo di fare acquisti, che non sarà momentanea. Per il settore retail, che impiega 3 milioni e mezzo di addetti e conta 1,2 milioni di imprese, operare in un regime di continui stop&go non è scontato e non è per tutti. Oggi più che mai la vetrina deve trasmettere nuovi valori come la fiducia e la sicurezza, facendo riscoprire alle persone il piacere di tornare in negozio”.